Carlo Prada

(Milano, 1884 – Santa Margherita Ligure, 1960)

Dopo aver completato gli studi classici, Carlo Prada decide di seguire le sue più profonde inclinazioni artistiche contravvenendo ai desideri del padre Isnardo, noto avvocato milanese che avrebbe voluto avviarlo alla professione giuridica. Nel 1902 si iscrive quindi all’Accademia di Belle Arti di Brera, esordendo all’annuale del 1904. Nel 1906 è presente alla Mostra Nazionale di Belle Arti ordinata nell’ambito dell’Esposizione Internazionale di Milano, prestigiosa vetrina in cui il suo dipinto Ultime nevi viene notato da Alberto Grubicy che lo inserisce nel novero degli artisti della sua galleria. Nel 1907 partecipa al Salon des Peintres Divisionnistes Italiens, organizzato dal mercante milanese nei locali delle Serres de l’Alma a Parigi, dove i suoi cinque paesaggi ad olio attirano l’attenzione della critica che lo indica come una promessa e un futuro maestro. La collaborazione con il Grubicy, che si protrae fino all’inizio degli anni Venti, lo porta ad esporre in numerose rassegne in Italia e all’estero fra cui l’Exposition des dernières oeuvres des Artistes Divisionnistes Italiens e l’Exposition du groupe des Peintres Divisioniste Italiens, allestite rispettivamente nel 1912 e nel 1921 nella sede parigina della Galleria Grubicy di Rue Richelieu.  In questa prima fase Prada guarda ai modi di Pellizza da Volpedo e Vittore Grubicy, di cui talora adotta la tipica puntinatura superficiale per evocare liriche atmosfere, sviluppando progressivamente un divisionismo meticoloso d’impronta personale volto a tradurre sulla tela le sensazioni al cospetto della natura con una tecnica sapiente, capace di ricreare arditi effetti luminosi. Fra gli esiti più significativi del periodo è Dopo il temporale della Galleria d’Arte Moderna di Roma, paesaggio valtellinese del 1908-1910 che cristallizza l’attimo di luce in una vasta e abbagliante visione. Dopo la pausa dolorosa della guerra – è da subito arruolato in fanteria e affronta una lunga prigionia in Germania –, nel 1922 la Galleria Pesaro di Milano gli dedica una mostra individuale d’ampio riscontro che chiude il ciclo divisionista. Nel corso degli anni Venti Prada torna al volume e alla pittura ad impasto in vedute e quadri di figura vicini a Novecento e, a partire dal decennio successivo, al Chiarismo.  Per sfuggire ai bombardamenti, nel 1942 si sposta con la famiglia a Santa Margherita e rientra a Milano nel 1946.Dal 1924 al 1948 espone assiduamente alla Biennale di Venezia e fino al 1960 interviene a diverse edizioni della Quadriennale di Roma, mentre si susseguono personali e collettive suggellate da premi e riconoscimenti.

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