Arturo Noci
Nato in una famiglia di artisti – padre scultore e intagliatore e madre pittrice copista – Arturo Noci studia all’Istituto di Belle Arti di Roma con Filippo Prosperi ed esordisce come paesaggista alla rassegna degli Amatori e Cultori del 1897, ricevendo ottimi consensi. All’inizio del Novecento si cimenta con la figura dedicandosi al nudo e specializzandosi nel ritratto, per raggiungere la notorietà nel primo decennio del secolo grazie a una serie di intense tele e raffinati pastelli aventi per soggetto i divi del cinema muto e i personaggi di spicco della borghesia romana. Conosciuti Camillo Innocenti, Enrico Lionne e Giacomo Balla, intorno al 1905 Noci adotta la tecnica divisionista sviluppandola per circa un decennio, legandosi agli ambienti artistici più innovatori e prendendo parte alle mostre organizzate dalla Secessione, di cui diviene peraltro membro del consiglio direttivo. Attivo in ambito nazionale e internazionale, è continuativamente presente alle Biennali di Venezia fra il 1912 e il 1922, e nel 1914 partecipa all’Esposizione di Belle Arti di San Francisco dove rifiuta la medaglia d’argento. Abbandonata la sperimentazione sulla scomposizione cromatica, nel primo dopoguerra vive una nuova stagione come paesaggista per trasferirsi infine a New York dove si afferma come ritrattista.