Pietro Mengarini

(Roma 1869 – 1924)

Nato a Roma, Pietro Mengarini compie in città gli studi tecnici per poi svolgere un apprendistato artistico presso il pittore Giulio Rolland, prolifico decoratore che annovera significativi lavori nella capitale, a Rieti e a Macerata, qui probabilmente assistito dall’allievo negli affreschi dell’Aula Magna dell’Università, realizzati intorno al 1890. Mengarini esordisce nel 1891 alla mostra della Società degli Amatori e Cultori con due ritratti, e nel 1892 vi espone Studio di nudo, con cui già dichiara la sua spiccata predisposizione per la figura e per sofisticati effetti luministici, più avanti applicati felicemente anche a scene d’esterno e a paesaggi acquatici. Interessato alla resa della vibrazione atmosferica, da subito si avvicina al Divisionismo, rimanendovi poi sempre fedele, sperimentandone le potenzialità attraverso un approccio intuitivo, privo di costrizioni metodologiche e scientifiche. La completa maturazione del suo stile è evidente nelle opere dei primi anni del secolo, quando raccoglie un buon consenso con L’attesa (1904), La signora con l’ombrellino (1905) e Nudo alla finestra (1905) – quest’ultima nelle raccolte del Petit Palais di Ginevra -, in cui l’influenza dell’ambiente romano è palese nella scelta di tematiche intimiste e mondane, e la lezione di Giacomo Balla risuona nella libertà della scomposizione cromatica capace di suggerire il movimento. All’assidua adesione alle annuali degli Amatori e Cultori si alternano le partecipazioni a importanti manifestazioni italiane ed estere: nel 1905 è presente per la prima volta alla Biennale di Venezia, nel 1906 è a Milano alla Mostra Nazionale di Belle Arti allestita in occasione dell’Esposizione Internazionale del Sempione, nel 1908 e nel 1909 è a Parigi nella prestigiosa vetrina del Salon d’Automne. Fra il 1913 e il 1916 interviene a tutte e quattro le rassegne della Secessione romana distinguendosi con una serie di marine, vedute lagunari e fluviali caratterizzate da luci vivide e riverberi finissimi, soggetti già adottati a partire dal 1907 nella pregevole L’Immacolatella (Napoli) e divenuti più tardi prevalenti nella sua produzione. Nel 1922 sposa la compagna Ida Magliocchetti – pittrice divisionista attiva nel panorama romano, nonché personalità impegnata nel sociale -, con cui per anni aveva condiviso ideali artistici e politici.

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