Cesare Maggi

(Roma, 1881 – Torino, 1961)

Dopo la formazione fiorentina presso Vittorio Corcos, nel 1898 è allievo di Gaetano Esposito a Napoli, per studiare nel 1899 con Fernand Cormon a Parigi. Del 1898 è il suo esordio alla mostra annuale della Società di Belle Arti di Firenze. Sulle orme di Giovanni Segantini, da poco scomparso, nel 1900 dipinge al Maloja, in Engadina, e dal 1904 a La Thuile, in Val d’Aosta, appassionandosi alla veduta montana e volgendosi alla tecnica divisa. Dedito anche alla ritrattistica grazie all’incoraggiamento di Giacomo Grosso – conosciuto a Torino – che lo spinge a provarsi su nuovi soggetti, resta fedele ad una scomposizione del colore di matrice segantiniana. Presente con regolarità alle Promotrici di Torino, dal 1905 partecipa alla Biennale di Venezia, che lo celebra nel 1912 con una sala personale. Nel 1907 espone al Salon des Peintres Divisionnistes Italiens organizzato a Parigi da Alberto Grubicy, con cui nel 1900 aveva sottoscritto un contratto. A quelle date si allontana dal divisionismo, che abbandona definitivamente nel 1914 in favore di una pittura più libera e matericamente connotata. Dopo la guerra si avvicina brevemente alla poetica di Novecento per ritornare infine alla prediletta pittura di paesaggio.

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