Emilio Longoni

(Barlassina, 1859 – Milano, 1932)

Di famiglia numerosa e poverissima, Emilio Longoni a Milano lavora per un cartellonista, grazie all’aiuto del quale si iscrive alla scuola serale dell’Accademia di Brera, frequentandone dal 1876 al 1880 anche i corsi diurni sotto la guida di Raffaele Casnedi e Giuseppe Bertini. Nel 1881 è a Napoli, dove studia brevemente all’Accademia con Domenico Morelli. Nello stesso anno torna a Milano e nel 1882 rincontra Giovanni Segantini – già conosciuto a Brera – il quale lo presenta al suo gallerista Vittore Grubicy, con cui stipula un contratto di collaborazione. Sostenuti dallo stesso mercante, i due lavorano insieme a Pusiano, in Brianza, dal 1882 al 1884, fino a che i rapporti si deteriorano a causa della pretesa di Grubicy di apporre a piacimento le firme di Longoni e Segantini a prescindere dalla reale paternità delle opere. Dal 1885 al 1886 Longoni è a Ghiffa, sul Lago Maggiore, dove entra in contatto con l’ambiente scapigliato. Rientrato a Milano e si avvicina al Socialismo, indirizzando la sua pittura verso tematiche umanitarie che diventano esplicite nei quadri presentati alla Triennale di Brera del 1891, in cui adotta altresì la nuova tecnica divisa. Dal 1893 al 1898 è illustratore per “Lotta di classe” e “Almanacco Socialista”. Abbandonati i soggetti sociali, fra il 1900 e il 1905 introduce nella sua opera elementi simbolisti per volgersi infine al paesaggio puro, esplorando la veduta montana e lacustre attraverso un meticoloso divisionismo dagli intensi effetti atmosferici.

Nella collezione
La venditrice di frutta - Longoni
Natura morta con frutta candita e caramelle, studio dal vero - Longoni
Riflessioni di un affamato - Longoni